CLASSE 2A - CERTALDO, 10/03/2022>


LA VIOLENZA ESPLOSIVA COLPISCE CHI NON HA ARMI

I civili: le principali vittime dei conflitti dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi


Il primo febbraio si celebra la Giornata Nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo istituita dal Parlamento italiano nel 2017 per ricordarci che il 90% delle vittime delle guerre sono civili e per dire basta all’utilizzo delle armi esplosive nelle aree abitate.


Dal XX secolo infatti le guerre hanno sempre più colpito le persone comuni: le vittime civili costituivano circa il 50% delle perdite umane nella Prima Guerra Mondiale, il 66% nella Seconda Guerra Mondiale, il 90% nelle guerre odierne. Solo tra il 2015 e il 2020 le armi esplosive hanno provocato 143.898 vittime civili: 65.557 a causa di ordigni esplosivi improvvisati, 48.117 uccisi e feriti da armi lanciate via aerea, 29.011 da armi lanciate via terra e 1.213 da mine antipersona. Nella top 5 dei paesi con il maggior numero di vittime civili a causa di incidenti esplosivi al primo posto c’è la Siria, seguita da Iraq, Afghanistan, Pakistan e Yemen. Un terzo di queste vittime è costituito da bambini sotto i 14 anni: 16.511 sono i bambini uccisi e feriti nel mondo dal 2011 al 2020. 

Questi e numerosi altri dati sono forniti dall'Osservatorio ANVCG - Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra nel mondo, istituito nel 2015 con gli obiettivi prioritari di mantenere un archivio della memoria delle vittime civili delle guerre, di documentare le violazioni dei diritti umani di massa e di promuovere i diritti delle vittime dei conflitti.

Il predominante coinvolgimento dei civili nelle guerre attuali è strettamente collegato all’incremento degli attacchi dei centri abitati e all’uso di ordigni esplosivi sempre più distruttivi nelle aree popolate, come i cluster bombs o ordigni a grappolo, che, dopo essere sganciati, si frammentano in submunizioni colpendo vaste zone. I cluster sono armi subdole e pericolose, che talvolta non esplodono all’impatto, ma rappresentano una minaccia per decine di anni perché, come le altre mine, causano morte o mutilazioni alle persone che in seguito vi entrano in contatto. 

L’organizzazione Landmine and Cluster Munition Monitor produce rapporti annuali sul monitoraggio delle mine antiuomo e delle munizioni a grappolo. Nel 1997 è stato firmato dalla maggior parte dei paesi del mondo il Trattato per la messa al bando delle mine, che proibisce l’uso, la produzione e il trasferimento di mine antipersona, tuttavia ad oggi sono ancora 32 gli stati che non lo hanno sottoscritto. 

 

L’infografica Atlante violenza esplosiva è stata gentilmente concessa da www.atlantedelleguerre.it

 

 

Nel nostro paese la Campagna italiana Contro le Mine è operativa nella sensibilizzazione contro le mine e chiede l’approvazione delle necessarie misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona e delle munizioni a grappolo, di cui l’Italia stessa è stata produttrice a livello mondiale. 

In conclusione dalla Seconda Guerra Mondiale in poi il prezzo maggiore in vite umane e in sofferenze è stato quasi interamente pagato da chi non indossava alcuna divisa: donne, anziani e bambini, le principali vittime ogni anno di mine ed ordigni esplosivi.


CLASSE 2A, SECONDARIA DI PRIMO GRADO, CERTALDO, a.s. 2021-22




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